
Sono Alessandro Cavaliere, ingegnere informatico e responsabile dell’ICT in Garofalo & Partners. Il mio lavoro è fare in modo che tutto funzioni, sempre, e farlo con precisione e rigore. Non sono uno che ama girarci intorno: se parlo, vado dritto al punto. Lo so, a volte il mio modo di fare può sembrare un po’ scontroso, ma la verità è che il mio pensiero scorre veloce, molto più veloce delle parole, e quando qualcosa non torna, la mia mente è già alla soluzione successiva.
Quando scrivo, però, cambio volto: le mie parole diventano ordinate, precise e persino poetiche, tanto che qualcuno mi paragona a Leopardi. Sarà che nella scrittura riesco a dare spazio alla mia parte più riflessiva, quella che ama mettere chiarezza e bellezza anche nei concetti più tecnici. Ma quando c’è da lavorare, non c’è tempo per perdersi: amo essere operativo e non sopporto le inefficienze, che siano di un sistema o di un processo. Ogni cosa deve avere il suo posto e funzionare come un orologio.
Forse il mio carattere un po’ burbero deriva dalle mie origini: vengo da Nusco, un paese dove la gente è pratica, operativa e abituata a rimboccarsi le maniche. Lì ho imparato che il lavoro non si rimanda, si affronta con concretezza e determinazione, senza mai fermarsi. È questa mentalità che porto ogni giorno in Garofalo & Partners, dove guido l’area ICT con fermezza e responsabilità, senza paura di sporcarmi le mani e di mettermi in gioco accanto al mio team.
Non mi fermo mai, né davanti a un problema tecnico né a una sfida organizzativa. Sono il primo a rimanere operativo fino a quando il lavoro è fatto e fatto bene. La mia soddisfazione? Vedere un sistema che gira perfettamente, un cliente soddisfatto e un team che cresce insieme a me.
In fondo, sono fatto così: pratico, instancabile e diretto, con una mente che va veloce e mani sempre pronte ad agire. E se a volte sembro un po’ ruvido, sappiate che dietro c’è una dedizione totale al lavoro e alla responsabilità che il mio ruolo richiede. Perché, per me, il lavoro ben fatto non è solo un obiettivo: è l’unico modo che conosco per farlo.